Nonostante i miglioramenti visti nel corso del tempo, mai ci saremmo aspettati di ritrovarci davanti a un gioco così. La recensione di Sonic Frontiers è anche questo: la storia di un’incredibile riscossa, impossibile da prevedere. Lo sappiamo che i fan più sfrontati della mascotte Sega non avevano mai smesso di credere in questo seguito. Se l’idea di correre come pazzi saltellando e rimbalzando ovunque vi piace, non troverete di meglio di Sonic Frontiers è… eccezionale, sì. Questo nuovo gioco è diverso, è il “Mario Odyssey” di Sonic che i fan aspettavano fin dai tempi del Sega Saturn; la rivoluzione di un concept che sembrava impossibile da replicare in una forma più moderna e accattivante. È tutta una questione di movimento. Qui Sonic non ha i limiti soliti della sua forma videoludica, può invece esagerare esattamente come lo abbiamo visto fare tante volte in cartoni e fumetti. Questo in fondo è il Sonic come ce lo immaginavamo, bambini, nel 1991: libero di correre in ogni direzione, di lanciarsi su costoni parabolici per saettare attraverso un’imponente cascata d’acqua, sfruttando respingenti da flipper e binari sospesi nel vuoto messi lì soltanto per esaltare le sue caratteristiche da invincibile, e velocissimo, eroe.
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