Un muro che esiste già!
Uno dei punti chiave della campagna elettorale sui quali si è accanita l’anti-propaganda del mainstream mediatico internazionale è la costruzione del famoso muro di separazione sul confine tra gli Stati Uniti ed il Messico, secondo una aggressiva logica di limitazione dell’immigrazione clandestina verso il Paese a stelle e strisce. Proprio oggi è stata infatti diffusa la notizia di alcune dichiarazioni del nuovo Presidente americano sull’espulsione dal Paese di oltre tre milioni di immigrati clandestini, così come sono stati fatti dei riferimenti circa la realizzazione di questo muro. La realtà dei fatti è abbastanza diversa rispetto a ciò che viene sostenuto dai detrattori del tycoon americano. La costruzione delle barriere lungo la frontiera tra Messico e Stati Uniti risale al 1994, sotto la presidenza di Bill Clinton, articolata in tre diverse operazioni messe in atto nei tre stati americani che condividono i 3140 km di frontiera con il Messico: Gatekeeper in California, Hold-the-Line in Texas e Safeguard in Arizona. Secondo gli ultimi dati di riferimento, la lunghezza delle barriere fisiche ad oggi presenti lungo il confine raggiungerebbe i 930km, cui si aggiungono altre aree lungo le quali sono presenti telecamere e sensori elettronici costantemente monitorati dalla US Border Patrol, la forza di polizia che si occupa della sicurezza ed impenetrabilità dei confini continentali americani. Poco più di dieci anni dopo il piano di Clinton, il governo repubblicano ha avvertito la necessità di incrementare le misure di sicurezza lungo quello che i messicani chiamano il “Muro della Vergogna”.
Read More