Pollice verde

Rosmarino.

Generalità. Il Rosmarinus officinalis proviene dalle zone del Mediterraneo. E’ una pianta aromatica con foglie molto profumate, assai utilizzate in cucina. Le foglie sono persistenti. Si tratta di un arbusto che in natura può raggiungere i 3 metri d’altezza. Fiori azzurro-malva che sbocciano a partire dalla primavera. Il rosmarino è un arbusto perenne sempreverde e cespuglioso, unico rappresentante del suo genere nella famiglia delle Labiatae. Il fusto del Rosmarinus officinalis, inizialmente è prostrato, ma con il tempo diviene eretto e ramificato. Le foglie sono verde scuro, più chiare nella pagina inferiore, numerose, sessili e opposite, riunite nei rametti giovani e inserite a 2 a 2 nei nodi. I fiori, ermafroditi, presenti (dove il clima è mite) per buona parte dell’anno, sono di un bel colore azzurro violetto e riuniti in grappoli all’ascella delle foglie. Il frutto è composto da quattro acheni di colore bruno e piccole dimensioni. L’impollinazione avviene quasi sempre ad opera di insetti. In particolare le api e i bombi vengono fortemente attirati dai fiori e dal profumo emanato da questa pianta. L’apparato radicale è molto sviluppato, fibroso e resistente, e consente alla pianta di vivere in terreni aridi, poveri e siccitosi. È molto utile per rendere più compatti i terreni e evitare le frane. Se lasciato crescere può raggiungere anche i 2 metri di altezza e altrettanti in larghezza. Si possono riscontrare diversi portamenti. Allo stato spontaneo in genere si tratta di un arbusto eretto. Sono però state sviluppate anche varietà con habitus prostrato o semiprostrato, adatte a giardini rocciosi e utili coprire muretti o zone scoscese. Il rosmarino è originario di tutto il bacino del Mediterraneo, in particolare delle zone costiere. Lo si ritrova, allo stato spontaneo, principalmente su terreni aridi e soleggiati. Entra a far parte della macchia mediterranea, colonizzando scogliere e anfratti tra le rocce. È diffuso dal livello del mare fino a 650 metri di altitudine. Sulle isole, specie in Sardegna e in Corsica, può essere rinvenuto anche fino a 1500 metri sul livello del mare. L’etimologia del suo nome è piuttosto controversa. Sicuramente deriva dal latino. Alcuni pensano che significhi “rosa del mare”, altri ritengono più aderente “rugiada di mare”.

Coltivazione. La coltivazione di questo arbusto non è per nulla difficile. Il Rosmarinus officinalis si trova infatti in moltissimi giardini e su altrettanti balconi e terrazzi. È tenuto in grande considerazione perché è una pianta molto decorativa in tutte le stagioni in più trova svariati utilizzi. Inoltre è una delle essenze aromatiche più amate della cucina italiana, sposandosi in maniera meravigliosa con piatti a base di carne, di pesce o di verdure. Vediamo punto per punto tutto quello che c’è da sapere per poter coltivare correttamente questa aromatica.

Terreno. Il Rosmarinus officinalis non necessita di terreni particolarmente ricchi, crescendo bene anche in terreni poveri e calcarei. Si mette a dimora nel mese di marzo aprile. Il rosmarino non è sotto questo aspetto una pianta esigente. Vive molto bene nei substrati sciolti e ben drenati, anche sabbiosi. Predilige un pH alcalino e terreni caratterizzati dalla presenza di buone quantità di calcio. Se vogliamo che cresca bene evitiamo substrati troppo compatti (per esempio quelli limacciosi o argillosi). Nel caso il nostro giardino avesse questo tipo di suolo possiamo tentare di alleggerirlo mescolandolo con sabbia fine e grossolana e aggiungendo una buona quantità di ghiaia. In questo caso è sempre buona norma sul fondo creare uno spesso strato drenante. Un terriccio troppo compatto potrebbe, in caso di forti piogge o di irrigazioni abbondanti, causare ristagno idrico con conseguenti marciumi e asfissie radicali. Le stesse regole vanno seguite per la coltivazione in contenitore. Cerchiamo sempre di dare vasi ampi e soprattutto profondi, con terriccio leggero e assicurandoci che lo sgrondo delle acque funzioni in maniera eccellente.

Moltiplicazione. La moltiplicazione del rosmarino può avvenire per seme o per talea. In entrambi i casi sarà facile ottenere nuovi individui di questa pianta a patto che ci siano le condizioni climatiche ideali.

Raccolta. La raccolta dei rami del rosmarino può essere effettuata durante tutto il periodo dell’anno. La raccolta si effettua tagliando porzioni apicali dei rami. La raccolta permette di contenere la crescita del rosmarino stimolandolo a produrre nuovi getti.

Rusticità. Trattandosi di pianta semirustica, il Rosmarinus officinalis si adatta a zone con clima mite. Può peraltro essere coltivato anche nelle regioni settentrionali della nostra penisola, purché in posizioni riparate. Il rosmarino officinale è piuttosto rustico e vive bene in quasi tutte le regioni italiane. Nel Centro-Sud raramente avrà problemi con il freddo invernale, se non in alta montagna. Resiste bene fino a -15°C, ma teme particolarmente le gelate improvvise, soprattutto in primavera, e i venti freddi. Se viviamo quindi nel Nord Italia o in aree montane sarà bene mettere a dimora la pianta in una zona ben riparata, nelle vicinanze di un muro possibilmente esposto a Sud. In questa maniera durante la giornata vi sarà un accumulo di calore che verrà rilasciato durante la notte. Se la stagione fosse particolarmente rigida possiamo avvolgere la nostra pianta con del telo apposito e pacciamare il piede con foglie, paglia o altro materiale isolante. Più esposti a rischi sono gli arbusti coltivati in vaso, specie se di dimensioni contenute. Il pane di terra, infatti, potrebbe gelarsi completamente, danneggiando irreparabilmente l’apparato radicale. In questo caso è preferibile circondare il vaso con del polistirolo o della lana di roccia isolante e coprire la parte aerea con del tessuto apposito.

Fioritura e stagionalità. Un arbusto in salute può rimanere fiorito per buona parte dell’anno, specialmente dove gli inverni non sono particolarmente freddi. Teniamo presente però che sotto l’aspetto della stagionalità il rosmarino si comporta in maniera particolare. Dove gli inverni risultano miti e le estati invece molto calde la pianta presenta il fenomeno della estivazione. Questo significa che durante i mesi di luglio e agosto entra in un periodo di riposo vegetativo. Smette di crescere e di fiorire per conservare le forze per stagioni meno estreme. È invece capace di rimanere attivo e fiorito per tutto il resto dell’anno. In aree con estati meno arroventate il riposo vegetativo si ha invece durante i mesi invernali.

Irrigazione. Il rosmarino è capace di resistere bene all’aridità e, come nel suo ambiente naturale, spesso per sopravvivere gli è sufficiente l’umidità presente nell’aria. In linea generale, per piante in piena terra, dovremo ricorrere ad irrigazioni solo durante il primo anno dalla messa a dimora distribuendo abbondante acqua ogni circa 15 giorni, in mancanza di precipitazioni. Passato questo periodo interverremo solo in caso di siccità molto prolungate durante i mesi caldi, senza tenere presente i brevi scrosci di pioggia, anche abbondanti (che spesso non riescono a penetrare in profondità, venendo quasi completamente dilavati). In vaso somministriamo acqua circa due volte al mese, evitando assolutamente l’utilizzo del sottovaso. Ricordiamoci comunque che più grande è il contenitore e meno dovremo intervenire sotto questo punto di vista.

Concimazione. Non sono strettamente necessarie. Se vogliamo, in primavera, sia in vaso sia in piena terra possiamo distribuire un manciatina di concime granulare a lenta cessione piuttosto equilibrato. Se vogliamo incentivare la fioritura aumentiamo leggermente la quantità di potassio e di azoto.

Esposizione. L’esposizione ideale per questo arbusto è sicuramente il pieno sole. Solo in questa posizione riuscirà a crescere al meglio. Tollera però anche la mezz’ombra, specialmente durante le ore del mattino.

Messa a dimora. Il periodo migliore per la messa a dimora è l’autunno, per il Centro-Sud e le zone costiere, e la primavera per il Nord. La distanza ideale tra una pianta e l’altra è di 70-100 cm, anche se questo parametro è strettamente collegato alla varietà e all’uso che se ne vuole fare. Se per esempio si vuole ottenere una siepe e vederla fitta in breve tempo si potranno distanziare anche solo di 50 cm.

Potatura. Questo arbusto non necessita strettamente di essere potato. Volendo lo si può lasciar crescere libero, come in natura. Se vogliamo però un bell’arbusto folto dovremo impegnarci già dal primo anno e tagliare i rami a metà. In questa maniera rinforzeremo la pianta e, cimandola, la stimoleremo a creare numerosi rametti secondari che daranno un aspetto più pieno e compatto all’insieme. Questo procedimento andrà ripetuto tutti gli anni. Ricordiamoci, inoltre, che la pianta fiorisce prevalentemente sulle nuove branche. La potatura quindi stimola anche questo aspetto decorativo. In fase di potatura bisogna solo prestare attenzione a non scendere troppo in basso lasciando solo la parte legnosa alla base. Il rosmarino infatti non è capace di ricacciare dalle radici o dal legno e la pianta resterebbe quindi irreparabilmente danneggiata.

Parassiti e avversità. E’ una pianta molto resistente a qualsiasi malattia crittogamica. Raramente si riscontrano attacchi lievi del fungo Ascochita rosmarini, ma i danni sono sempre poco rilevanti. Ricordiamoci solo di moderare le irrigazioni per non causare ristagni idrici e eventuali marciumi all’apparato radicale.

Fonte: Sito Giardinaggio.it. (Vai all’articolo originale)

(By Chiaretta)