Pollice verde

Ortensia.

Generalità. Con il nome di “Ortensia” si comprendono tutte le piante appartenenti al genere Hydrangea e alla famiglia delle Hydrangeaceae, che comprende specie sia arbustive che rampicanti legnose originarie e particolarmente diffuse nelle regioni orientali dell’Asia e dell’Himalaya, ma anche nelle Americhe. Possiedono dei fusti robusti con foglie dentate o lobate; le foglie nella maggior parte delle specie sono opposte e tre per ogni nodo. I fiori, riuniti in infiorescenze più o meno sferiche, dette corimbi o pannocchie, portano fiori per lo più sterili soprattutto quelli esterni, per cui sono sostituiti dai sepali, grandi e petaliformi, mentre le altre parti fiorali sono abortite. Le infiorescenze delle ortensie possono essere di diversi colori, che vanno dal bianco a diverse sfumature di rosso, rosa, malva, azzurro e violetto. I colori sono in parte determinati dal patrimonio genetico della pianta (alcune varietà sono esclusivamente rosse o rosa) ed in parte dipendono dal tipo di terreno su cui crescono: nei terreni a reazione acida assumono una colorazione azzurro-violetta, mentre nei terreni alcalini diventano rosa o lillà.

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Coltivazione. L’ortensia è un arbusto perenne che si spoglia in inverno e riprende a vegetare in primavera, ai primi di marzo. Fiorisce in aprile e in appartamento la sua fioritura può durare anche 6-8 settimane, purchè venga collocata in un luogo abbastanza luminoso (ma non esposta direttamente ai raggi solari), fresco (la temperatura non deve mai superare i 16-18 °C perchè la fioritura si arresta) e allo stesso tempo venga abbondantemente innaffiata, in modo che il terriccio rimanga sempre umido. Nonostante questi accorgimenti è molto difficile far rifiorire la pianta di ortensia per più anni consecutivi se la teniamo nel nostro appartamento. La soluzione migliore è quella di trapiantarla in giardino o in una grande fioriera in terrazzo, quando la nostra ortensia inizierà a sfiorire, cosa che normalmente avviene dopo 2-3 settimane, se non vengono rispettate le condizioni ottimali di temperature e umidità.

Annaffiature. Nel periodo primaverile-estivo le annaffiature delle ortensie devono essere abbondanti e frequenti, in modo che il substrato sia sempre umido (ma non zuppo!). E’ inoltre consigliabile nebulizzare spesso la chioma (con acqua non calcarea) per creare un ambiente umido congeniale alla pianta, stando però attenti al fatto che un’eccessiva umidità può favorire lo sviluppo di muffe e parassiti.

Concimazione. Nel periodo primaverile-estivo è opportuno concimare la nostra ortensia una volta alla settimana aggiungendo un concime liquido all’acqua d’irrigazione. L’ortensia è una pianta che asporta una grande quantità di Potassio. Si è calcolato che in media il rapporto di asportazione annuo di N:P.K (Azoto:Fosforo:Potassio) è di 1 : 0,7 : 2,3 pertanto è consigliabile distribuire un concime che segua questa regola, vale a dire un titolo alto in Potassio.

Fioritura. L’epoca di fioritura delle ortensie varia da specie a specie ed avviene sempre tra la primavera e l’estate.

Potatura. La potatura è un’operazione molto delicata per l’ortensia. Per le piante che stanno all’aperto, nei climi freddi è bene potare a fine inverno in modo che i rami, le foglie e tutte le altre parti secche della pianta che poi andranno tagliati, proteggano dal freddo i rami più giovani; mentre nelle regioni a climi più miti, si può potare subito dopo la fioritura per permettere alla pianta di emettere delle gemme laterali che forniranno l’anno successivo. Per le piante di ortensie che stanno in appartamento, si può potare a settembre lasciando massimo due gemme per ramo e collocandola in un ambiente freddo (va benissimo in un terrazzo coperto). Si deve partire dal presupposto che quasi tutte le ortensie fioriscono dalla gemma apicale (ad eccezione della Hidrangea Paniculata e Hidrangea arborescens che fioriscono sui rami nuovi quindi si possono potare in primavera e delle ortensie rampicanti che non vanno potate) pertanto vale la regola che più getti saranno emessi, più infiorescenze ci saranno e bisogna stare attenti a non tagliare i rami prima della fioritura (questo provocherebbe l’emissione di gemme laterali che produrranno fiori l’anno successivo) ma dopo. Le parti da tagliare sono ovviamente i fiori ed i rami secchi tagliando sopra la prima coppia di gemme. Non si taglieranno i rami cresciuti nell’anno facilmente riconoscibili perchè presentano alla sommità una gemma.

Colore dei fiori. Il colore dei fiori dell’ortensia è influenzato dalla reazione del terreno. Le varietà a fiori rosa diventano azzurre se vengono coltivate in terreni acidi (ph 4,5) mentre le varietà a fiori azzurri diventano rosa in terreni alcalini (ph 7,5 e oltre). Nei valori intermedi (tra ph 4,5 e 7,5) il colore assumerà colorazioni intermedie dal blu intenso, al blu chiaro, all’azzurro, al rosa, al rosa intenso. A partire dalle varietà rosa per ottenere fiori blu si apporta Alluminio al terriccio e con una concimazione ricca di K2O e povera in P2O5 che provoca la precipitazione dei fosfati di alluminio. In pratica si effettuano 5-7 irrigazioni da luglio a settembre con 5-10 gr di solfato di alluminio per litro d’acqua.

Moltiplicazione. Le ortensie di propagano per talea. Quando termina la fioritura, si possono prelevare delle talee apicali da rami fioriferi, lunghe circa 10-15 cm. Si raccomanda di tagliare con una lametta o con un coltello affilato per evitare le sfilacciature dei tessuti. Abbiate cura che l’attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti. Dopo aver eliminato le foglie poste più in basso, si immergere la parte tagliata in una polvere rizogena per favorire la radicazione. Successivamente si sistemano le talee delle vostre ortensie in una composta formata da una parte di terriccio fertile, una di sabbia grossolana. Fate dei buchi con una matita, tanti quante sono le talee fogliari e sistematele. Abbiate cura successivamente di compattare delicatamente il terriccio. La cassetta o il vaso si ricoprono con un foglio di plastica trasparente (o un sacchetto messo a cappuccio) avendo cura di tenere il terriccio sempre leggermente umido (annaffiare sempre senza bagnare la piantina in radicazione con acqua a temperatura ambiente e non calcarea). Ogni giorno togliete la plastica, controllate l’umidità del terreno ed eliminate dalla plastica la condensa. Una volta che iniziano a comparire i primi germogli (dopo circa 40 gg), vuol dire che la talea di ortensia ha radicato. A quel punto si toglie la plastica e si trasferiscono, con lo stesso tipo di terriccio, in piccoli vasi di terracotta (se le avete fatte radicare in cassette) di 10 cm di diametro, che si collocano all’aperto e all’ombra, ma al riparo dal freddo e dalle correnti d’aria. Si rinvasa in vasi più grandi nella primavera successiva e si dovrà aspettare ancora un anno prima di trasferirle in casa.

Parassiti e malattie.

  • Foglie che diventano marroni lungo i margini e tendono ad arricciarsi: Questa sintomatologia è indice di annaffiature insufficienti. Rimedi: regolare le annaffiature.
  • Ingiallimento più o meno diffuso tra le nervature delle foglie accompagnato da scarso sviluppo e clorosi dei germogli. In genere è dovuto ad un eccesso di calcare nel terreno, che a sua volta impedisce la corretta assimilazione del ferro e del manganese (componenti fondamentali della clorofilla, il pigmento verde delle foglie). Rimedi: è opportuno utilizzare dei terricci leggermente acidi (ricchi di torba) e acqua non calcarea; è utile somministrare anche del solfato di ferro e manganese o anche dei composti chelanti (che permettono l’assimilazione del ferro) come il Sequestrene.
  • Scarso sviluppo della pianta accompagnato da ulcerazioni del fusto, da ipertrofie sulle nervature centrali delle foglie e da un’irregolarità nella fioritura. E’ possibile che l’ortensia sia infestata da nematodi (fitofagi di aspetto vermiforme, lunghi pochi millimetri che vivono nel terreno). Rimedi: si consiglia in questo caso di sostituire il terriccio se la pianta è in vaso, dopo aver accuratamente ripulito le radici. Se invece la pianta è coltivata all’aperto si può usare un nematocida granulare, insetticida che si trova comunemente in commercio.
  • Macchie giallo rossastre sulle parti verdi della pianta che in seguito si ricoprono di muffa bianca. Si tratta del cosiddetto “mal bianco” (Erysiphe polygoni) la cui efflorescenza biancastra si manifesta sulle foglie nella pagina inferiore mentre su quella superiore può rimanere verde o diventare leggermente rossastra. La malattia può interessare tutte le parti verdi della pianta di ortensia ed i giovani germogli colpiti appaiono deformati. Rimedi: se l’infestazione è molto estesa, si combatte con trattamenti a base di zolfo o altri fungicidi in caso di forte infestazione. Se questa è invece scarsa e limitata a poche zone, è sufficiente eliminare prontamente la parte colpita.
  • Macchie chiare con alone bruno sui petali, sui boccioli e sui peduncoli fiorali che successivamente si ricoprono di muffa grigia. Si tratta della cosiddetta “muffa grigia” (Botrytis cinerea) molto caratteristica. I suoi attacchi sono favoriti da ambienti troppo umidi. Rimedi: si può agevolmente combattere, eliminando le parti infette, arieggiando l’ambiente e diminuendo l’umidità. Se è molto diffusa si può ricorrere a trattamenti con fungicidi specifici facilmente reperibili da un buon vivaista.
  • Tacche necrotiche su foglie, piccioli e germogli che poi si disseccano e si lacerano. Questa sintomatologia può essere causata da diversi agenti fungini quali Ascochyta sp., Cercospora sp., Phyllosticta sp., Septoria sp. Le parti colpite presentano macchie fogliari tondeggianti di diametro variabile da 1 a 5 cm. Le parti colpite presentano le foglie ingiallite e secche. Questi funghi sono favoriti da elevata umidità, da concimazioni squilibrate e da una eccessiva densità colturale. Rimedi: eliminare le parti infette dell’ortensia, arieggiando l’ambiente e diminuendo l’umidità e trattando con fungicidi specifici facilmente reperibili da un buon vivaista.
  • Foglie che iniziano ad ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone. Se le foglie iniziano ad ingiallire e successivamente a queste manifestazioni si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probabilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso. Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidità favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta di ortensia non è particolarmente grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.
  • Presenza di piccoli animaletti biancastri sulla pianta. Se notate dei piccoli insetti mobili di colore bianco-giallastro-verdastri siete quasi sicuramente in presenza di afidi o come comunemente sono chiamati “pidocchi”. Rimedi: trattare la pianta di ortensia con antiparassitari specifici facilmente reperibili da un buon vivaista.

Fonte: Sito Elicriso.it. (Vai all’articolo originale)

(By Chiaretta)