Pollice verde

La nostra edicola – Pollice verde.

Pollice verde

Chamaecyparis.

Questo genere comprende circa dieci specie di conifere sempreverdi originarie del Giappone, di Taiwan e degli Stati uniti. Sono alberi molto longevi e gli esemplari adulti possono raggiungere i 25-30 m, esistono numerose varietà che si mantengono al di sotto dei tre metri, molto utilizzate come piante da siepe. La corteccia di questo tipo di alberi è bruno-rossastra, profondamente divisa in grosse scaglie, spessa e leggera; la chioma è molto densa e ramificata, con portamento colonnare o a fiamma. Il fogliame delle piante appartenenti a questa varietà è piatto, molto diviso, di colore verde-bluastro o verde -giallastro a seconda della specie. Le pigne sono tondeggianti, di colore blu-grigiastro e maturano in autunno liberando numerosi semi.

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Thuja.

Genere costituito da una decina di conifere sempreverdi, originarie dell’Asia, dell’Europa e dell’America settentrionale. E’ un albero a crescita abbastanza rapida e può raggiungere i 10-15 metri di altezza; il fusto eretto porta una chioma piramidale o allungata, a forma di fiamma; la corteccia è color bruno-arancio, negli esemplari di alcuni anni tende a rompersi in scaglie che lasciano profonde rugosità sulla superficie. Le foglie sono piccole, molto fitte, a forma di scaglie, molto simili a quelle del cipresso; sono di colore verde scuro intenso, in alcune specie divengono giallastre in inverno. La pianta produce piccole pigne tondeggianti, divise in settori piatti, al centro di ognuno dei quali è presente una protuberanza appuntita; sono di colore nero-blu, o verde chiaro, leggermente pruinose, prima di rompersi per liberare i piccoli semi divengono marroni. Queste conifere vengono molto utilizzate nei giardini, sia come esemplari singoli, sia per formare siepi impenetrabili. Esistono numerose varietà, anche a sviluppo nano.

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Acero.

Gli aceri sono in genere alberi di media grandezza, anche se questo genere, appartenente alla famiglia delle Sapindacee, riunisce più di cento specie, comprendendo arbusti che non superano il metro, e grandi alberi che possono raggiungere i 30 metri di altezza; a parte una sola specie, originaria dell’emisfero australe, tutte le altre specie di acero sono originarie dell’Asia, dell’Europa e dell’America settentrionale. Nonostante esistano aceri sempreverdi, nei parchi e nei giardini troviamo spesso aceri a foglie caduche; prima di tutto perché le specie che perdono le foglie in inverno sono molto più numerose; secondariamente perché molte specie e varietà di acero diffuse in coltivazione assumono in autunno una splendida colorazione del fogliame, che può variare dal gallo oro, fino al rosso bordeaux.

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Campanula.

Pianta erbacea perenne a fiori viola originaria dell’Europa, del nord America e dell’Asia. Sviluppa densi ciuffi non molto alti con foglie verde scuro e piccoli fiorellini viola, che rifioriscono per tutta la primavera e parte dell’estate. E’ molto utilizzata nelle bordure ma anche come pianta singola, se opportunamente contenuta i ciuffi si possono mantenere a forma di cuscino; necessita di potature di contenimento, oppure di molto spazio, in quanto si sviluppa molto rapidamente abbarbicandosi ai tronchi di altre piante, ma anche ai muretti. Il genere Campanula comprende circa 300 specie di erbacee perenni, biennali o annuali.

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Ceanothus.

Questo genere comprende 45-50 specie di arbusti caduchi o sempreverdi originari dell’America settentrionale, soprattutto della California. La specie più coltivata nei giardini è sempreverde, a crescita lenta, con piccole foglie verde scuro brillante sulla pagina superiore, verde-grigiastre sulla pagina inferiore e leggermente pubescenti. La corteccia dei lillà della California è verde negli esemplari giovani, con il tempo diventa marrone; dalla primavera all’inizio dell’estate produce piccoli fiori bianchi o azzurri, riuniti in vistose pannocchie.

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Erica.

Il genere Erica è costituito da centinaia di specie di piccoli arbusti, diffusi in gran parte dell’Africa, fino al mediterraneo e in Europa; con il termine, oltre alle molte specie di erica, si indica volgarmente anche l’unica specie esistente di calluna, calluna vulgaris, una piccola pianta strettamente imparentata con l’erica, a cui somiglia fortemente. Visto il numero di specie, è chiaro che esistono eriche assai differenti tra loro; la gran parte delle eriche è costituita da piante tappezzanti, che non superano i 25-35 cm di altezza; esistono però specie più grandi, che possono raggiunge i 150-180 cm di altezza , come Erica arborea. Tutte le specie (compresa la calluna) ha foglie simili ad aghi, sottili ed acuminate, leggermente carnose, portate da fusti sottili, semi legnosi, scarsamente ramificati; in autunno o in primavera le piante si ricoprono di una densa fioritura, presente all’ascella fogliare o all’apice dei rami. I fiori di erica sono minuti, in genere campanulati, costituiti da una corolla quasi cilindrica, di colore bianco, rosa, rosso, porpora. Il fiore più grande è quello di Erica mammosa, che può raggiungere alcuni centimetri di lunghezza. L’Erica è diffusa in Italia, sia nei giardini, come pianta ornamentale, sia nel sottobosco o nei pressi delle zone umide.

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Stella di Natale.

Il nome botanico è Euphorbia pulcherrima; viene anche chiamata Poinsettia, in quanto al momento della sua prima catalogazione botanica non si pensava fosse una euphorbia, e quindi le venne dato il nome del primo governatore americano del Messico. Solo successivamente, ulteriori studi, fecero capire che questa pianta appartiene alla grande famiglia delle euphorbiacee, che comprende piante succulente simili a cactus, arbusti, piccoli alberi e piante erbacee. In natura questa pianta è originaria del Messico, anche se ai nostri giorni si è naturalizzata anche in molte zone dell’Asia; siamo abituati a vedere piccole piante di stella di Natale, ma in natura si sviluppano come grandi arbusti, o piccoli alberi, arrivando a superare i tre metri di altezza; in vaso in genere è difficile trovare delle poinsettie più alte di un metro. Hanno sottili fusti semi legnosi, di colore verde brillante, molto ramificati; il fogliame è scuro, di forma particolare, ricorda un poco quello dell’agrifoglio, pur avendo lamine fogliari più sottili e delicate; all’apice dei fusti si sviluppano in inverno grandi infiorescenze, che siamo abituati a considerare singoli fiori. In realtà i veri fiori della stella di Natale sono simili a quelli di tutte le euphorbie: sono detti ciazi e hanno dimensioni piccole, sono praticamente privi di petali e sono di colore verde o giallo. Quelli che consideriamo i grandi petali della poinsettia sono in realtà brattee, che sottendono le infiorescenze; ciò significa che non sono petali, ma foglie trasformate. La specie botanica ha brattee di colore rosso acceso, lisce e ampie; nel corso dei decenni però il successo in coltivazione di questa pianta ha dato il via alle ibridazioni; così oggi possiamo avere poinsettie con brattee rosa, fucsia, gialle, bianche, striate, variegate, doppie, arricciate, arrotolate. Si tratta però sempre della stessa pianta e della stessa specie, e quindi tutte le stelle di Natale vanno coltivate nello stesso modo.

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Skimmia japonica.

La skimmia japonica o falso pepe è un arbusto di dimensioni piccole o medie, originario del Giappone; ha fogliame di colore verde scuro, brillante, leggermente cuoioso, sempreverde, di forma ovale o lanceolata. I fiori di questa varietà sono di colore bianco, o crema, con boccioli rossastri, sbocciano verso la fine dell’inverno, all’apice dei fusti, ma in genere i boccioli si presentano sulla pianta già in autunno. Questi arbusti sono di facile coltivazione, e tendono a mantenere una forma compatta e tondeggiante; esistono numerose varietà dal portamento denso e generalmente nano. Gli esemplari adulti possono raggiungere il metro di altezza, gli ibridi si mantengono al di sotto dei 50-60 cm.

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Astilbe.

Piante erbacee perenni originarie dell’Asia; generalmente crescono 30-40 cm in altezza, ma esistono specie nane ed anche specie di dimensioni maggiori, fino a 100-120 cm. Sono costituite da cespugli densi, tondeggianti, costituiti da fusti sottili a foglie generalmente composte, simili a felci, appuntite e dentellate, di colore verde scuro; alcune specie hanno foglie bronzee o rossastre. Da giugno alla fine dell’estate producono lunghe infiorescenze erette, talvolta arcuate, più alte del cespuglio, a forma piramidale e dall’aspetto piumoso e soffice: sono costituite da innumerevoli piccoli fiori, di colore rosso, crema, bianco, rosa o lilla. Esistono numerosi ibridi di astilbe, selezionati per il colore dei fiori o per le foglie decorative.

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Le foglie ci parlano.

Le piante non possono parlare, ma a chi sa guardare dicono comunque molte cose! Certamente è necessario sapere cogliere certi particolari, ma con un poco di allenamento sarà semplicissimo! L’aspetto delle foglie, è rivelatore di moltissime patologie, infezioni, parassitosi, carenze… tutto lascia un “segno” specie nel fogliame ma anche in tutta la pianta. Attraverso questo articolo vedremo come riconoscere i più comuni segni di sofferenza delle piante. Le foglie di una pianta sana sono generalmente belle, lucide e con una struttura solida, margini e punte perfetti e il colore tipico della specie.

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Ortensia.

Con il nome di “Ortensia” si comprendono tutte le piante appartenenti al genere Hydrangea e alla famiglia delle Hydrangeaceae, che comprende specie sia arbustive che rampicanti legnose originarie e particolarmente diffuse nelle regioni orientali dell’Asia e dell’Himalaya, ma anche nelle Americhe. Possiedono dei fusti robusti con foglie dentate o lobate; le foglie nella maggior parte delle specie sono opposte e tre per ogni nodo. I fiori, riuniti in infiorescenze più o meno sferiche, dette corimbi o pannocchie, portano fiori per lo più sterili soprattutto quelli esterni, per cui sono sostituiti dai sepali, grandi e petaliformi, mentre le altre parti fiorali sono abortite. Le infiorescenze delle ortensie possono essere di diversi colori, che vanno dal bianco a diverse sfumature di rosso, rosa, malva, azzurro e violetto. I colori sono in parte determinati dal patrimonio genetico della pianta (alcune varietà sono esclusivamente rosse o rosa) ed in parte dipendono dal tipo di terreno su cui crescono: nei terreni a reazione acida assumono una colorazione azzurro-violetta, mentre nei terreni alcalini diventano rosa o lillà.

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